Un cane dovrebbe essere sempre felice di tornare dal proprio proprietario, certamente. Mettiamoci però
un secondo in ”ottica cane” (e principalmente di un cane adulto).
Se riesco a vederti, controllare quello che fai, perché dovrei venire accanto a te? Insomma non ti sto perdendo, sei li (e se non ci fossi, generalmente potrei ritrovarti con il mio supernaso), quindi che senso ha venire proprio vicino a te, così tanto vicino da potermi far toccare e rimanere anche rimanere fermo una volta che sono nei tuoi pressi, subito e senza tentennamenti?
Bisogna pensare al richiamo esattamente come pensiamo a qualsiasi altro esercizio, ad esempio il seduto o il terra. Anche il richiamo perciò va insegnato con pazienza e metodica.
Ci sono errori comuni che fanno i proprietari sul richiamo.
Prima cosa è usare unicamente il nome del cane.
Il nome non è un segnale che indica di venire esattamente vicino a noi, alla fine, pensateci, vale lo stesso per noi, se qualcuno dovesse chiamare “Eleonora”, non è che mi metterò a correre verso quella voce, potrei girarmi al massimo. Anche per il cane generalmente il suo nome corrisponde a “girati e guardami”.
Quindi possiamo utilizzare il nome per attirare l’attenzione del cane prima di usare il segnale vero e proprio (vieni, qui, torna ecc).
Il segnale giusto da dare al cane sarà “Pippo Vieni”.
Molti sgridano il cane una volta vicino perché magari è arrivato lento, ha fatto delle pause.
Non bisogna mai sgridare il cane quando torna, questo lo spingerà solamente a rimanere ancora più lontano da noi, perché dovrei voler tornare da te, lasciare quello che sto facendo se oltretutto verrò sgridato? (peggio ancora picchiare, braccare il cane ecc.).
Non voler veramente far tornare il cane e non impegnarsi per farlo sul serio.
A volte si chiama il cane accettando che tornando ci sorpassi correndo dietro di noi, oppure che si avvicini ma catturato da un odore, non torni realmente rimanendo fuori dalla nostra portata, e accettiamo queste cose come un richiamo.
Dobbiamo sempre ricordare che i criteri del richiamo, come per ogni altro esercizio, vanno rispettati.
L’errore più banale di tutti, chiamare il cane unicamente quando è il momento di terminare la passeggiata o il gioco. Si crea cosi la brutta associazione “mi chiama, mi lega, finisce tutto il divertimento”. Dovremmo invece chiamare diverse volte il cane nell’arco di una passeggiata, per poi lasciarlo libero nuovamente di tornare a fare quello che gli piace.
Come impostare il richiamo:
Per prima cosa, se ancora non lo sapesse, dobbiamo far capire al cane che stare vicino a noi è bello! Premiamo quando è vicino a noi sempre, questo è il primo passo per avere un cane a cui piace stare accanto a noi.
Inizieremo le nostre sessioni di allenamento in un luogo tranquillo, senza distrazioni (il giardino di casa per esempio), lasciamo libero il nostro cane, lo chiamiamo (ricordiamoci, se vogliamo usare anche il nome che sia nome + segnale = “Pippo Vieni”.)
Lasciamo che il cane esplori un po’, quando arriva il momento di chiamarlo ci metteremo chini sulle gambe e con voce suadente e felice gli diremo di venire.
Rimanere dritti in piedi di fronte al cane potrebbe intimidirlo, specialmente se cucciolo. Meglio anche non guardarlo negli occhi.
Quando arriva faremo tante feste e premieremo con cibo o gioco.
E se il cane non torna? La cosa che facciamo più spesso è andare verso di lui, quello che invece conviene fare è correre via, dalla parte opposta del cane. Questo funziona specialmente con cuccioli e cuccioloni.
Se il cane proprio non ne vuol sapere di tornare, per evitare che vada in giro e scappi creando un circolo vizioso, o se non abbiamo un posto sicuro dove allenare l’esercizio, mettiamo una lunghina (un guinzaglio lungo circa 10 metri) e usiamo il procedimento detto sopra (il guinzaglio ci serve per sicurezza, non per tirare il cane).
Avere un buon richiamo permette di dare al cane la possibilità di essere libero di correre, permette a noi di essere sicuri che non succederà niente di pericoloso per il nostro cane o per altri, rientra a pieno titolo tra “gli indispensabili” , i comportamenti che ogni cane dovrebbe conoscere.
Si può iniziare già con il cucciolo molto piccolo, rendiamo sempre l’allenamento un momento divertente di gioco e condivisione tra noi e il cane, questo permetterà di avere sempre successo.
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